News, le brevi di oggi 11 ottobre
Si presenta in ospedale e scopre che il figlio che porta in grembo é morto. É accaduto nell’ospedale di Vibo Valentia. Protagonista della vicenda una donna di 32 anni, arrivata alla fase finale della gravidanza. Dal tracciato é però risultato che il bambino che la donna aveva in grembo era già morto. I familiari della donna hanno riferito che il 26 settembre scorso la gestante si era sottoposta ad un controllo in ospedale e le condizioni del bimbo erano state giudicate normali. Alla donna sarebbe stato detto, quindi, che a giorni sarebbe stata chiamata per effettuare il cesareo. Tuttavia fino a ieri mattina la gestante non ha avuto notizie. E così ieri, insieme al marito, si è recata in ospedale per chiedere spiegazioni sui motivi del ritardo dell’intervento. A quel punto alla coppia, sempre a detta dei familiari, sarebbe stata comunicata l’impossibilità di procedere al parto cesareo per l’assenza di anestesisti e di tornare l’indomani, cioè oggi. Nel frattempo, però, il bambino é deceduto. Il ministro della Salute Roberto Speranza “ha immediatamente predisposto l’invio di un’ispezione nell’ospedale di Vibo Valentia in seguito al decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni”. Lo comunica il ministero della Salute.
La Procura della Repubblica
di Salerno, competente per le inchieste in cui sono indagati magistrati del
Distretto di Catanzaro, ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte
nell’indagine su presunti illeciti attribuiti alla Procura della Repubblica di
Castrovillari.
Gli indagati sono il
Procuratore Eugenio Facciolla; l’agente della Polizia stradale di Cosenza Vito
Tignanelli, amministratore di fatto della Stm srl, che fornisce apparecchiature
per intercettazioni; Carmine Greco, comandante della forestale di Cava di Melis
(Cosenza); Alessandro Nota, carabiniere in servizio anche lui a Cava di Melis,
e Marisa Aquino, moglie di Tignanelli e titolare della Stm. L’udienza
preliminare é stata fissata dal gup di Salerno Giandomenico D’Agostino per il
prossimo 27 novembre. I reati per i quali sono indagate le persone coinvolte
nell’inchiesta sono corruzione e falso e riguardano presunti illeciti
nell’affidamento alla Stm del noleggio di apparecchiature per intercettazione.
Percepiva
il reddito di cittadinanza, ma aveva addosso 10 grammi di cocaina. Un uomo di
47 anni, Antonio Giampà, già coinvolto in passato in inchieste giudiziarie
riguardanti anche la criminalità organizzata, è stato arrestato dal Nucleo
mobile della Guardia di finanza di Lamezia Terme con l’accusa di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I finanzieri, dopo avere
sottoposto a perquisizione personale l’uomo con l’ausilio di unità cinofile
hanno allargato il controllo alla sua abitazione trovando all’interno un
bilancino e alcuni grammi di marijuana. A conclusione del giudizio
direttissimo, chiesto dalla Procura di Lamezia Terme, è stato disposto, nei
confronti del quarantasettenne, l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Dal momento, inoltre, che i finanzieri avevano constatato che Giampà risultava
percettore del reddito di cittadinanza è stata ordinata l’immediata sospensione
del beneficio.